ricordo a me stesso
- oh, quante volte l'ho dimenticato -
che lo scopo del gioco non è giocare al gioco, bensì giocare a giocare al gioco
e dire che ho creato un universo così spettacolare da non potermi scordare chi sono
basterebbe seguissi i saltelli a scendere della cinciallegra tra i rami della betulla per far tornare la memoria
a me, povero smemorato di me stesso, viaggiatore senza meta e senza nome nei labirinti della religione e della filosofia, della scienza e della tecnologia, della cultura e della politica
ogni buon labirinto è nato per uno scopo
per questo ho creato la realtà
ma non per usarla come casa, come rifugio, come tana
io non ho casa, non ho rifugio, non ho tana
nulla può contenermi, nemmeno il vuoto, tanto meno il vuoto
ecco perché ho bisogno di una casa, di un rifugio, di una tana e del vuoto
per ricordare chi sono
poiché io sono chi io sono