ALLA RICECA DELL'ARCA
Qualora uno schiavo imprigionato
nelle caverna sulle cui pareti si stagliano le immagini
della realtà illusoria, decidesse di liberarsi e una volta
uscito scorgesse una delle ultime Arche in procinto di
partire, potrà salirvici ma se vorrà beneficiare del cibo
che gli verrà offerto, non potrà usare forchetta e
cucchiaio bensì dovrà avere con sé due bacchette di legno
che si sarà costruito durante la prigionia o che gli
saranno state donate da chi avrà visto il suo volto
originale.
Le
bacchette, in legno d’Abete Rosso, essenza umile e nobile
allo stesso tempo, sono ricoperte nella parte
dell’impugnatura da tre strati di gommalacca e lasciate
grezze nella parte a contatto con il cibo. Su di loro è
stato scritto in ideogrammi “Han Nya Shin Gyo” (Sutra del
Cuore), titolo di un componimento risalente al I secolo
d.C.
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